Esatto, una di quelle vecchie canzoni da cantare all’Osteria delle Dame, se fossimo negli anni 70 e 80.
C’era bisogno di dire le cose in maniera diretta, non potevo più girarci intorno. Ho immaginato, quindi, uno stratagemma per confessare le mie “stranezze” da artista ai genitori della mia signora, così da creare un precedente e, chissà, essere utile ad altri artisti in futuro (cari artisti e creativi, so bene che avete lo stesso problema! Mi è venuto naturale, a questo scopo, usare il linguaggio cantautorale tipico della mia terra emiliana: chitarra elementare, melodia facile e testo pungente.
Il video l’ho girato e montato in poche ore (e si vede, nessuna pretesa), tra le amene località di Bagno e Salotto, in piena quarantena 2020.
Special guest: Baghera, Bichon Bolognese selvaggia, assai pericolosa.
Trovate il pezzo ovunque, su tutti i servizi di streaming.
Non so come dirò alla tua mamma che non ho voglia di lavorare Non so come confessare la mia brutta inclinazione Tendo ad essere felice nella mia malinconia Sempre con la vanga in mano per scavarmi l’anima
Tararà, Tararà
Non so come dirò alla tua mamma che non ho voglia di obbedire E di aderire ad un sistema che mi impone di soffrire Ed infatti amo i cani molto più delle persone Ma sua figlia per fortuna è la più dolce eccezione Chissà cosa penserà di me Chissà poi se parlerà con te Dell’artista da strapazzo, ma delicato nelle rime Io sarò sempre un ragazzo
Fino alla fine, fino alla fine Fino alla fine, fino alla fine
Non so come dirò a tuo padre che non ho voglia di far carriera Che a cravatte e colli bianchi preferisco una balera Sarà il posto da cui vengo, tetti rossi e pance piene Ma facendo quattro conti lavorare non conviene.
Tararà, Tararà
Non so come dirò a tuo padre che ti voglio portar via Ma che per affittar la casa serve la sua garanzia Ogni mese il mio cappello sarà colmo di monete
Non avrò mai una pensione, mentre voi ve la godrete.
Chissà cosa penserà di me Chissà poi se parlerà con te Dell’artista da strapazzo, ma delicato nelle rime Io sarò sempre un ragazzo
Fino alla fine, fino alla fine Fino alla fine, fino alla fine
Non so come dirò a me stesso che ci vuole un bel coraggio A giocarsi faccia e culo per rincorrere un miraggio Ma i ribelli son finiti, e i felici, ma quando mai?! Sono razza in estinzione, dai adottami se vuoi!
Chissà cosa penserai di me Chissà poi se ballerai con me Quell’artista da strapazzo, ma delicato nelle rime Resterà sempre un ragazzo Fino alla fine, fino alla fine Fino alla fine, fino alla fine
Amare è un verbo all’inifinito. O all’eterno? Eterni, è un singolo di LOQI. Scritto nel 1843 da un viaggiatore del tempo e dello spazio del 3045 e pubblicato nel 2020.
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Potete acquistare ETERNI dal mio music store su Bandcamp, e supportare così in maniera diretta il mio lavoro da Musicista Indipendente. Ed essere ovviamente i più fighi/e della galassia.
Anche se non potrò Dimostrartelo con la scienza, Viaggerò tra le cellule, Salterò tra le epoche. E ti ritroverò bambina o centenaria Sacerdotessa, contadina o mercenaria, Saprò di te.
Fa girare un po’ la testa Non temere niente resta qui Ricordati Oltre il tempo lineare, Oltre il corpo che ci appare qui, Ci siamo noi, Eterni.
Ora che non so più Ignorarne l’esistenza, Tornerò all’origine, Schiaccerò leggi fisiche. E capirò il significato delle scelte La certezza di conoscerti da sempre Saprò perché.
Fa girare un po’ la testa Non temere niente resta qui Ricordati Oltre il tempo lineare Oltre il corpo che ci appare qui. Ci siamo noi, Eterni.
Fa girare un po’ la testa Non temere niente resta qui Ricordati Oltre il tempo lineare, Oltre il corpo che ci appare qui, Ci siamo noi, Eterni.
That kind of electronic mind-blowing ambient music mixed with the attractive sounds by the Handpan, all filled with retro sounds and sci-fi atmospheres. That kind.
Composed with my “spaceship” (that’s how I love to call my Handpan) and some juicy retro synths, A PAN TO BELIEVE is a deeper look into ourselves through the sounds of the unknown.
Any references to The X-Files you may find in the title of the album, the artwork and the track titles are totally on purpose
You can listen to this album on any streaming platform, especially on Spotify
Of course it would be very appreciated if you choose to support my work directly by purchasing this release from my music store on Bandcamp. There may be even some physical copies left 💽
“The Earth is so small that my mind can’t even imagine it as the only place in the Universe where life exists.
And its inhabitants often behave in such a bad and incomprehensible way that makes impossible to believe they are the most intelligent beings ever created.
The signs along the way, the many troublesome evidences there for all to see, their contrast with mental and cultural limits, or even the thought that there have been or there still is more than what we know or believe to know, move within me the ancestral impulse to research and to create.
In the place and time where I come from, sounds, thoughts and colors are just different shapes of the same matter, the one that here, now, is called LIFE.
Arriving here my “spaceship” got seriously damaged, but its external shell and its computers still work very good, and the sounds they produce make up the only language I know that’s able to express universally the oldest and biggest of all tales.
In this album I collected some of the most relevant moments of that tale, hoping that listening to them could guide you through time and space the same way that every time happens to me.”